STORIA, E' SUCCESSO OGGI: 1678 LA CAVALCATA DI LADY GODIVA DIVENTA UNA FESTA - Chi non conosce la celebre cavalcata di Lady Godiva in costume adamitico? Non
tutti però sanno che proprio oggi, 31
maggio, si iniziò a celebrarne il ricordo a partire dal 1678. Ma andiamo per ordine e seguiamo
la storia. Lady Godiva, o Godgifu
(in anglosassone “dono di Dio”), secondo la storia ufficiale, era la moglie del
conte Leofrico di Coventry, ed era
nata nel 990, non sappiamo bene dove. È certo invece che sia lei che il marito
erano dei generosi benefattori di case religiose, nel 1043 ne fondarono persino
uno proprio a Coventry, e nel 1050 regalano un appezzamento di terreno al
monastero di Santa Maria di Worchester. Dopo la morte di Leofrico, Lady Godiva
visse nella contea fino a dopo la conquista normanna, probabilmente l’unica
donna a restare un’importante proprietaria terriera in quel periodo
travagliato. La maggior parte degli storici è concorde nel datare la sua morte
al 10 settembre 1067. Non è chiaro neanche il luogo effettivo della sua
sepoltura: alcuni credono che sia la chiesa della Benedetta Trinità a Evesham, altri che era stata tumulata vicino al
marito nella chiesa principale di Coventry. Questo è ciò che ci dice la storia.
La leggenda, nonché la tradizione popolare,
racconta che la donna prese le parti della popolazione di Coventry tartassata
dalle tasse imposte da suo marito. Più volte chiese a Leofrico di toglierle o
diminuirle, ma l’uomo le aveva sempre rifiutato questo desiderio; un giorno,
ormai stanco delle continue pressioni della moglie, il conte le disse che
avrebbe accolto la sua richiesta solo se avesse cavalcato nuda per le vie di
Coventry. Convinto che mai la moglie avrebbe azzardato un simile gesto, rimase
alquanto sbigottito quando lei, dopo aver affisso un proclama dove raccomandava
alla popolazione di restare in casa e chiudere porte e finestre, si accinse a
salire in groppa al suo cavallo coperta solo dai suoi lunghi capelli. La
leggenda vuole che solo un sarto, tale Peeping
Tom, disobbedì al proclama, facendo un foro in una persiana per godersi lo
spettacolo. Peccato che al passaggio di Lady Godiva l’uomo rimase cieco! In
seguito a queste vicende Leofrico si vide costretto ad abolire quelle tasse
così onerose.
Esiste anche un’altra versione della
vicenda, e dice che Godiva attraversò il mercato di Coventry da un’estremità
all’altra accompagnata da due cavalieri. Questa seconda versione dei fatti si
trova nella Flores Historiarum di Roger
di Wendover, un collezionista di aneddoti del XIII secolo. Per quanto
riguarda l’episodio di Peeping Tom, sappiamo che venne aggiunto alla storia
solo nel XVII secolo; oltretutto, dare del Peeping Tom a qualcuno, nei paesi di
lingua anglosassone, equivale ad accusarlo di essere un guardone!
Ci sono diverse teorie circa il gesto di
Godiva. Una dice che, a quei tempi, i penitenti erano soliti fare delle
processioni pubbliche con indosso un indumento bianco piuttosto ridotto; dunque
la donna potrebbe aver attraversato davvero la città ma in veste di penitente.
Un’altra teoria invece fa riferire la nudità al fatto che cavalcò per le strade
senza i suoi gioielli, segno distintivo di appartenenza alla nobiltà. Resta
comunque il dubbio se questa cavalcata sia avvenuta o meno.
Come già accennato, dal 31 maggio 1678,
come componente della fiera, la città di Coventry organizzò una commemorazione,
celebrata ogni anno fino al 1826; nonostante alcune interruzioni, la
manifestazione è continuata fino al XXI secolo. Nel 1812 fu inaugurata l’effige
in legno di Peeping Tom, reso come un uomo in armatura, che ancora oggi vigila
sulla città.
A partire dagli anni 80 un residente ha
avuto una brillante idea: utilizzare la figura di Lady Godiva per promuovere
eventi ed iniziative della comunità di Coventry; a partire dal 2005, ogni
settembre, in occasione del compleanno della mitica cavallerizza, si organizza
una rievocazione storica per l’unità
e la pace nel mondo, nota come The
Godiva Sisters.
Ma la figura di questa donna è legata
anche ad altro. È stata infatti immortalata nel poema di Alfred Tennyson, Godiva, dal quale, il librettista
italiano Luigi Illica, nel 1911,
trasse una drammatica vicenda musicata da Pietro
Mascagni.
Inoltre, in molte facoltà di ingegneria,
Lady Godiva è considerata una mascotte, poiché definita la Santa Patrona degli assistenti tecnici o Musa dell’ingegneria. L’origine di queste definizioni è poco
chiara, anche se è certo che la tradizione sia partita dai paesi di lingua
anglosassone, dove notoriamente sono nate le prime scuole di ingegneria in
seguito alla prima Rivoluzione Industriale, per poi approdare in America del
Nord e Canada, dove, all’Università di
Toronto, è stata istituita, per il mese di gennaio, la settimana di Godiva, un’iniziativa volta a creare lo spirito
scolastico. Inoltre è noto che alcune organizzazioni scolastiche erano solite
organizzare annualmente una “cavalcata
alla Godiva”, dove o una donna nuda o un maschio travestito montava un
cavallo attraversando il campus; questa pratica si è persa con il passare degli
anni.
Che sia una storia realmente accaduta o
una leggenda che si è arricchita di particolari durante lo scorrere di secoli,
a noi poco importa, dopotutto siamo ancora qui a parlarne.