ARTE, BASILICA DI SAN LORENZO IN LUCINA E MISTERO DELLA TOMBA DI POUSSIN - La Basilica
di San Lorenzo in Lucina è situata nel cuore di Roma, in una zona anticamente occupata dal Campo Marzio, dove sia l’imperatore Augusto che Adriano fecero
erigere diversi monumenti, visibili ancora oggi se si visitano gli scavi
effettuati nei sotterranei della chiesa. Il nome Lucina si ricollega al fatto che, in epoca romana, la zona era una
cosiddetta insula, cioè una sorta di
condominio dell’antichità, ed una di queste residenze era di proprietà di una
tale Lucina, la quale sembra aver dato asilo alle riunioni delle prime comunità
cristiane. Probabilmente proprio in casa di Lucina, nel 366 d. C. circa, c’era
stata l’elezione di papa Damaso. Successivamente l’edificio fu trasformato in
chiesa, rinnovata diverse volte, come è possibile vedere nei diversi strati di
costruzione visibili nei sotterranei. Grazie agli scavi è stato portato alla
luce un Battistero, costituito da
una fonte con vasca annessa. Sappiamo che nel IX secolo la chiesa si allagò più
volte a causa dello straripamento del Tevere; nel 1084 fu saccheggiata dai
Normanni e, nei secoli successivi subì diversi restauri e modifiche. Da
basilica paleocristiana divenne barocca nel 1606, quando venne data in custodia
all’Ordine dei Chierici Regolari Minori di San Francesco Caracciolo; furono
infatti rialzate le mura ed il tetto e iniziò la costruzione delle varie
cappelle che ci sono attualmente. Intorno al 1800 ci fu un nuovo restauro a
causa dell’insistente umidità. Attualmente la chiesa è gestita dal clero della
diocesi di Roma, e grazie a vari interventi l’umidità è scomparsa.
Nella chiesa è presente un portico con
sei colonne granitiche, sopra questo portico sono state collocate diverse
iscrizioni e rilievi rinvenuti nell’area di scavo. Il campanile ha conservato
il tipico stile romanico in voga nel XII. Sull’altare abbiamo un’opera di Guido Reni, Il Crocifisso; c’è anche una cappella dedicata appunto alla
Crocifissione in cui vi è non solo un pregevole crocifisso in legno risalente
al XVI secolo, ma anche il monumento
funebre di Umberto II, ultimo re d’Italia. Al centro del soffitto a
cassettoni c’è un’opera di Francesco
Caracciolo, l’Ascensione di Cristo, del 1857.
In questa basilica ci sono anche
numerosi riferimenti al culto mariano, a partire dalle scene dipinte sulla
volta, attribuite a Simon Vouet, che
rappresentano la Nascita, l’Annunciazione, la Presentazione al Tempio, l’Assunzione.
Nella cappella dell’Annunziata sono
presenti alcune sculture del Bernini,
commissionate da Gabriele Fonseca,
un noto medico proprietario della cappella stessa. Inoltre si può ammirare
anche un dipinto della Vergine di Girolamo
Siciolante da Sermoneta. La
chiesa, poiché dedicata a San Lorenzo, possiede un’urna contenente la graticola
sulla quale (si dice) fu martirizzato, nonché le catene. Ovviamente ci sono
anche diversi dipinti relativi alla figura del santo ed una cappella a lui
dedicata.
Curiosamente però, proprio qui c’è il monumento funebre del celebre pittore Nicolas Poussin, ed è strano che, sul
suo sepolcro, venne eretta una lapide intorno agli anni 30 del 1800,
commissionata da Renè de Chateaubriand,
scrittore francese, all’epoca ministro di Francia a Roma. La lapide fu eseguita
dall’architetto Louis Vaudoyer, ed è
composta da un’edicola con il busto di Poussin; sulla base c’è la dedica dello
scrittore, ed un rilievo che riproduce un suo quadro, I pastori dell’Arcadia, sul quale è visibile la scritta “ET IN ARCADIA EGO”.
Diversi sono i misteri intorno a questa
tomba. Il primo è che la lapide, identica nelle dimensioni e nella forma,
nonché nel contesto paesaggistico, è presente in un villaggio francese, Arques; ed uno dei colli rappresentati
è quello di Renness le Chateau, il
paesino noto per i misteri che ruotano intorno alla Chiesa della Maddalena ed all’abate Sauniere. Altro mistero è il legame tra questo quadro di Poussin,
riprodotto in rilievo, ed un altro, troppo simile, di Guercino, conservato a palazzo
Corsini, un tempo sede dell’Accademia
dell’Arcadia, fondata però dalla regina Cristina di Svezia ben
cinquant’anni dopo la morte del Guercino. Sappiamo che Poussin stesso era
membro di questa accademia, che in realtà altro non era che una sorta di
circolo esoterico. Appare evidente che sia Poussin che Guercino abbiano voluto
lasciare un messaggio con questi dipinti, ma quale? Altro mistero è
Chateaubriand: perché dopo ben due secoli dalla scomparsa del pittore ha voluto
una lapide che lo commemorasse, e soprattutto, perché scegliere proprio il tema
dell’Arcadia tra tutti quelli affrontati dal celebre pittore di paesaggi? È
probabile che qualcosa li legasse, ma che cosa? Purtroppo questi interrogativi,
almeno al momento, non possono avere una risposta.
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