venerdì 7 giugno 2013

Storia, è Successo Oggi: 1099 Assedio di Gerusalemme

di Claudia Pellegrini

STORIA, E' SUCCESSO OGGI: 1099 ASSEDIO DI GERUSALEMME - Le Crociate, come è noto, furono diverse, ben otto sanguinose guerre combattute in nome della religione, distribuite nell’arco di tre secoli: XI – XIII. Uno dei momenti più noti di queste “guerre sante” fu l’assedio di Gerusalemme, che iniziò il 7 giugno del 1099 per terminare più di un mese più tardi, il 15 luglio. Ma cosa aveva innescato la scintilla? I fatti andarono storicamente in questo modo.
Giovanni I, imperatore di Bisanzio, tentava di avanzare in quei luoghi musulmani che comunemente erano conosciuti dal mondo cristiano come Terra Santa; l’Europa ne era compiaciuta, poiché sperava che in questo modo la zona sarebbe tornata ad essere cristiana. Purtroppo le cose non andarono così, poiché Giovanni non riuscì ad entrare a Gerusalemme: l’islam infatti si era affidato all’esercito turco. Passati diversi anni, dopo il susseguirsi di diverse vicende in seno a Bisanzio, la corona passò ad Alessio I, il quale per opportunismo decise di schierarsi dalla parte della cristianità piuttosto che di musulmani, mettendo così fine a tutta quella serie di dissidi tra la chiesa orientale e quella occidentale. Il furbo Alessio in questo modo cercò di fomentare il papa affinché convincesse le sue pecorelle a partire alla volta di Gerusalemme per strapparla dagli artigli dell’islam. Papa Urbano II, nel novembre 1095, durante il concilio di Clermont, lanciò dunque l’appello per la crociata. Le pecorelle, come previsto da Alessio, abboccarono. I primi entusiasti furono una massa di popolani al seguito di Pietro l’Eremita (al secolo d’Amiens, attualmente beato), insieme a qualche cavaliere male in arnese. Sono ricordati come La Crociata dei Pezzenti, e si misero subito in cammino. Passando per l’Europa dell’Est, tanto per tenere in caldo le armi, sterminarono gli ebrei del posto, poi, giunti in Anatolia, furono trucidati dai Turchi.
Presto fu allestito un secondo esercito meno scalcinato del primo, stranamente nessun regnante vi partecipò (Filippo I di Francia era scomunicato, Guglielmo II d’Inghilterra era in disaccordo col papa …), ma la crociata partì lo stesso guidata da nobili cavalieri volenterosi di acquistare fama e ricchezze con le armi: Goffredo di Buglione, Raimondo di Saint-Gilles, Boemondo e Tancredi di Taranto, Robert di Normandia … Ovviamente entrarono subito in disaccordo con l’imperatore Alessio, il quale pretendeva che combattessero secondo le sue direttive e non autonomamente; tuttavia si riuscì comunque ad arrivare, sebbene faticosamente, ad un accordo, e l’esercito partì. La cooperazione con i bizantini risultò fruttifera, infatti furono vittoriosi sia in Anatolia, in Siria e ad Antiochia, e qui rimasero per circa un anno poiché non c’era accordo tra i principi sulle prossime mosse. Alla fine, Goffredo di Buglione, seguito da Tancredi di Taranto e Robert di Normandia, partì alla volta di Gerusalemme, a piedi nudi e vestito da pellegrino. I governi locali stranamente non opposero troppa resistenza all’esercito che passava nelle loro zone, tanto che giunsero ad Arqa e l’assediarono, senza però ottenere nulla, infatti fu negoziata la pace. Successivamente passarono per Beirut, Giaffa, Ramla, fino ad arrivare a Betlemme, dove lo stesso Tancredi di Taranto innalzò il suo stendardo sulla Basilica della Natività.
Il 7 giugno i crociati arrivarono finalmente a Gerusalemme. Le cronache dicono che molti alla vista della città urlarono. Ovviamente la misero sotto assedio, ma la mancanza di cibo ed acqua nei dintorni, fece soffrire non poco gli europei, anche perché la città era più che preparata ad un evento del genere. I principi si divisero il territorio, ma da soli non avrebbero potuto conquistare la città, necessitavano aiuti, aiuti che arrivarono il 17 giugno da parte dei Genovesi, i quali non portarono solo rifornimenti ma anche macchine d’assedio e uomini. Ma ben presto furono turbati dalla notizia che un esercito marciava dall’Egitto in aiuto di Gerusalemme: la faccenda diventava più complicata del previsto. Tuttavia la religione a quei tempi aveva sempre la soluzione ad ogni problema, infatti, un prete al seguito dei crociati, tale Pietro Desiderio, dichiarò di aver avuto una visione divina in cui il fantasma di Ademaro (uno dei principi della crociata, morto di tifo l’anno prima), il quale gli aveva ordinato di digiunare per tre giorni e marciare successivamente a piedi nudi, in processione, attorno alle mura della città, le quali sarebbero cadute dopo nove giorni, così come era accaduto nell’episodio biblico delle mura di Gerico. Nonostante gli stenti i crociati digiunarono, marciarono e cantarono salmi sotto gli occhi divertiti dei difensori delle mura. Intanto i genovesi avevano smantellato le navi con cui erano giunti e ne avevano riutilizzato il legno per costruire delle spettacolari torri d’assedio; queste furono spinte in prossimità delle mura nottetempo. In questo modo l’assedio risultò semplice, ed una volta entrati in città, iniziò una carneficina. La maggior parte degli abitanti di Gerusalemme furono uccisi nei primi due giorni, indistintamente dalla religione (ricordiamoci che a Gerusalemme all’epoca non vivevano solo musulmani ed ebrei ma anche una discreta comunità cristiana). Alcuni musulmani tentarono di rifugiarsi nella Moschea al-Aqsa, ma stando alle cronache dell’epoca i crociati diedero l’edificio alle fiamme cantando “Cristo, Ti Adoriamo”. L’unico che si comportò umanamente fu Tancredi di Taranto, il quale offrì protezione ad alcuni musulmani nel quartiere del Tempio, zona che aveva reclamato per se stesso, purtroppo non riuscì ad impedire che i suoi seguaci li trucidassero. Ad assedio terminato, le cronache raccontano di enormi pire funerarie simili a piramidi erette con i corpi degli “infedeli”.
Gerusalemme rimase cristiana fino al 1187. L’assedio di Gerusalemme diventò leggendario, nel XII secolo divenne il soggetto della Chanson de Jérusalem, una delle maggiori chanson de geste del Ciclo dei Crociati.

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