sabato 11 maggio 2013

Arte, i Dipinti Negromantici di Angelo Caroselli

di Claudia Pellegrini

ARTE, DIPINTI NEGROMANTICI DI ANGELO CAROSELLI - Angelo Caroselli (1585-1652), pittore, copista, falsario, restauratore e consigliere in merito all’acquisto di opere d’arte, opera a Roma, Firenze e Napoli; viene addirittura invitato a trasferirsi alla corte del re d’Inghilterra, Carlo I Stuart. Molti degli acquirenti del pittore, legati tra loro da rapporti di parentela ed amicizia, sono in qualche modo legati alla cultura magica; posseggono infatti testi messi all’indice, volumi di astrologia, divinazione, alchimia, scritti inerenti all’interpretazione dei sogni. Inoltre, bisogna anche ricordare che l’interesse nei confronti del mondo esoterico era particolarmente vivo alla corte inglese, non a caso il padre di Carlo I, Giacomo I, era stato autore di un trattato dal titolo Daemonologie in form of a dialogue, divided into three books; il contenuto di questo scritto spiega il gusto di questa corte che, non a caso, desidera accogliere un pittore come Caroselli che accanto ad una produzione più “canonica” ne accosta un’altra molto più interessante, quella negromantica.
Uno dei dipinti più significativi appartenenti a questo filone è La Negromante. Il quadro ritrae il mezzobusto di una donna che indossa una lucente corona arricchita da un filo di perle che ricade sulla fronte; veste una camicia chiara che lascia scoperte le spalle e un abito blu. La Negromante ha la bocca spalancata e distende le mani come spaventata da qualcosa che non è completamente visibile, ma che si può ben intuire se si fa attenzione al particolare degli artigli che compaiono all’estrema sinistra del quadro. Sul tavolo è posato un piatto con del carbone ardente ed un teschio, un libro aperto sul quale vi sono undici sigilli ed una figura geometrica composta da due cerchi dentro i quali è inscritto un poligono, ed una candela accesa. Alle spalle della donna c’è una tenda che svela alcune strane figure: una donna svestita con un bambino in braccio, una figura maschile nuda ed un’altra all’angolo. La letteratura sulla stregoneria all’epoca informava il pubblico che le maliarde sacrificavano i bambini, preferibilmente quelli non battezzati, per utilizzarne il grasso e comporre unguenti con i quali cadere in stato di trance e quindi partecipare ai sabba. La figura maschile potrebbe essere intesa come Saturno. Interessante è la scritta minuta sull’elemento architettonico, interpretata con la parola “crudeltà”.
Accostabile a questa tela è la Scena di stregoneria. Anche qui troviamo una donna con la bocca spalancata, le spalle scoperte e le vesti quasi identiche. Sulla sinistra del tavolo c’è un teschio sul carbone ardente e degli artigli demoniaci che si affacciano improvvisamente. Alla luce di una luna calante si trova una scenetta di sacrificio che mostra una donna svestita e seduta per terra, una figura sul calderone, un’altra donna nuda che avvicina al fuoco un neonato tenendolo per i piedi e quarta figura che solleva un altro bambino per le caviglie. Anche in questo caso i riferimenti a rituali magici sono chiarissimi.
Altra tela appartenente al filone della stregoneria è La Maga. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un mezzobusto femminile che volge lo sguardo verso l’osservatore mentre infila letteralmente un braccio nello specchio. Ovviamente non manca il corredo magico fatto da un’ampolla, una candela ritorta, due libri, un teschio e questo specchio che mostra contenuti sorprendenti. Oltre a ingurgitare la mano lo specchio riflette gli elementi della stanza dove è ambientata la scena: il volto della fattucchiera, l’ampolla, le candele, un libro, una parete, la finestra, e, inaspettatamente, il pittore immobile. Inoltre sembra anche riflettere elementi appartenenti ad uno spazio esterno che sovrastano la stanza: una figuretta distesa dalla quale se ne allontana un’altra, un cane, una pianta ed un monte. Ma anche l’ampolla riflette qualcosa, infatti si scorge sul suo vetro una finestra illuminata, una terza figura, di nuovo il pittore ed il teschio.
Dunque possiamo considerare Caroselli precursore di quel filone stregonesco che interesserà una parte della produzione di Salvator Rosa? Probabilmente si, anche perché, è evidente, se si osservano le figurette minute presenti in queste tele, l’impressionante somiglianza con quelle streghe che diventeranno le protagoniste dei quadri del Rosa.

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