martedì 14 maggio 2013

Arte, la Basilica di San Lorenzo in Lucina ed il mistero della tomba di Poussin

di Claudia Pellegrini

ARTE, BASILICA DI SAN LORENZO IN LUCINA E MISTERO DELLA TOMBA DI POUSSIN - La Basilica di San Lorenzo in Lucina è situata nel cuore di Roma, in una zona anticamente occupata dal Campo Marzio, dove sia l’imperatore Augusto che Adriano fecero erigere diversi monumenti, visibili ancora oggi se si visitano gli scavi effettuati nei sotterranei della chiesa. Il nome Lucina si ricollega al fatto che, in epoca romana, la zona era una cosiddetta insula, cioè una sorta di condominio dell’antichità, ed una di queste residenze era di proprietà di una tale Lucina, la quale sembra aver dato asilo alle riunioni delle prime comunità cristiane. Probabilmente proprio in casa di Lucina, nel 366 d. C. circa, c’era stata l’elezione di papa Damaso. Successivamente l’edificio fu trasformato in chiesa, rinnovata diverse volte, come è possibile vedere nei diversi strati di costruzione visibili nei sotterranei. Grazie agli scavi è stato portato alla luce un Battistero, costituito da una fonte con vasca annessa. Sappiamo che nel IX secolo la chiesa si allagò più volte a causa dello straripamento del Tevere; nel 1084 fu saccheggiata dai Normanni e, nei secoli successivi subì diversi restauri e modifiche. Da basilica paleocristiana divenne barocca nel 1606, quando venne data in custodia all’Ordine dei Chierici Regolari Minori di San Francesco Caracciolo; furono infatti rialzate le mura ed il tetto e iniziò la costruzione delle varie cappelle che ci sono attualmente. Intorno al 1800 ci fu un nuovo restauro a causa dell’insistente umidità. Attualmente la chiesa è gestita dal clero della diocesi di Roma, e grazie a vari interventi l’umidità è scomparsa.
Nella chiesa è presente un portico con sei colonne granitiche, sopra questo portico sono state collocate diverse iscrizioni e rilievi rinvenuti nell’area di scavo. Il campanile ha conservato il tipico stile romanico in voga nel XII. Sull’altare abbiamo un’opera di Guido Reni, Il Crocifisso; c’è anche una cappella dedicata appunto alla Crocifissione in cui vi è non solo un pregevole crocifisso in legno risalente al XVI secolo, ma anche il monumento funebre di Umberto II, ultimo re d’Italia. Al centro del soffitto a cassettoni c’è un’opera di Francesco Caracciolo, l’Ascensione di Cristo, del 1857.
In questa basilica ci sono anche numerosi riferimenti al culto mariano, a partire dalle scene dipinte sulla volta, attribuite a Simon Vouet, che rappresentano la Nascita, l’Annunciazione, la Presentazione al Tempio, l’Assunzione. Nella cappella dell’Annunziata sono presenti alcune sculture del Bernini, commissionate da Gabriele Fonseca, un noto medico proprietario della cappella stessa. Inoltre si può ammirare anche un dipinto della Vergine di Girolamo Siciolante da Sermoneta. La chiesa, poiché dedicata a San Lorenzo, possiede un’urna contenente la graticola sulla quale (si dice) fu martirizzato, nonché le catene. Ovviamente ci sono anche diversi dipinti relativi alla figura del santo ed una cappella a lui dedicata.
Curiosamente però, proprio qui c’è il monumento funebre del celebre pittore Nicolas Poussin, ed è strano che, sul suo sepolcro, venne eretta una lapide intorno agli anni 30 del 1800, commissionata da Renè de Chateaubriand, scrittore francese, all’epoca ministro di Francia a Roma. La lapide fu eseguita dall’architetto Louis Vaudoyer, ed è composta da un’edicola con il busto di Poussin; sulla base c’è la dedica dello scrittore, ed un rilievo che riproduce un suo quadro, I pastori dell’Arcadia, sul quale è visibile la scritta “ET IN ARCADIA EGO”.
Diversi sono i misteri intorno a questa tomba. Il primo è che la lapide, identica nelle dimensioni e nella forma, nonché nel contesto paesaggistico, è presente in un villaggio francese, Arques; ed uno dei colli rappresentati è quello di Renness le Chateau, il paesino noto per i misteri che ruotano intorno alla Chiesa della Maddalena ed all’abate Sauniere. Altro mistero è il legame tra questo quadro di Poussin, riprodotto in rilievo, ed un altro, troppo simile, di Guercino, conservato a palazzo Corsini, un tempo sede dell’Accademia dell’Arcadia, fondata però dalla regina Cristina di Svezia ben cinquant’anni dopo la morte del Guercino. Sappiamo che Poussin stesso era membro di questa accademia, che in realtà altro non era che una sorta di circolo esoterico. Appare evidente che sia Poussin che Guercino abbiano voluto lasciare un messaggio con questi dipinti, ma quale? Altro mistero è Chateaubriand: perché dopo ben due secoli dalla scomparsa del pittore ha voluto una lapide che lo commemorasse, e soprattutto, perché scegliere proprio il tema dell’Arcadia tra tutti quelli affrontati dal celebre pittore di paesaggi? È probabile che qualcosa li legasse, ma che cosa? Purtroppo questi interrogativi, almeno al momento, non possono avere una risposta.

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