domenica 16 giugno 2013

Arte, William Turner il Pittore della Luce

di Claudia Pellegrini

ARTE, WILLIAM TURNER IL PITTORE DELLA LUCE - William Turner (1775-1851) nonostante appartenga alla categoria dei pittori romantici, è considerato come il precursore della corrente impressionista; visto come una figura controversa, bisogna riconoscergli il merito di aver elevato il livello della pittura paesaggistica a competere con quella storica. Era famoso soprattutto per la pittura ad olio, ma molte delle opere che l’hanno reso famoso sono degli splendidi acquerelli che gli valsero il soprannome di “pittore della luce”.
Apprezzato prestissimo per il suo straordinario talento, fu riconosciuto dai contemporanei come artista di genio. I soggetti dai quali traeva maggiormente ispirazione erano naufragi, incendi, catastrofi naturali, nonché i vari fenomeni atmosferici, come la luce del sole, la pioggia, la nebbia. Nel 1834 scoppiò un tremendo incendio al parlamento inglese, Turner si precipitò ad assistervi di persona, e successivamente immortalò l’accaduto in una serie di acquerelli. Era anche molto affascinato dalla violenza del mare, ma anche dalle figure umane: in molte delle sue opere le figure umane avevano la duplice funzione di mostrare al mondo l’amore verso l’umanità, ma anche la sua vulnerabilità, la volgarità a confronto con il resto della natura, una natura suprema, cioè che ispira soggezione, grandiosa nella sua selvatichezza, indomabile e segno evidente del potere di Dio.
Importante per Turner era soprattutto la luce, rappresentazione dell’emanazione dello spirito divino, spesso resa in splendidi giochi di luce, riflessi nell’acqua o nel cielo. Un aneddoto vuole che si sia addirittura fatto legare all’albero maestro di una nave durante una tempesta, per meglio presenziare all’evento che avrebbe riportato su tela.
Viaggiò moltissimo, sostò diversi mesi in Francia per poter studiare le opere del Louvre; i suoi principali punti di riferimento furono Nicolas Poussin e Lorrain, di quest’ultimo soprattutto apprezzò la luminosità cromatica, le gradazioni pastello, la concentrazione di luce e solarità che, a suo giudizio, erano ineguagliabili. Nel 1819 in Italia restò folgorato dalla splendida luce mediterranea che immortalò in molti quadri, la luce infatti fu la protagonista principale delle vedute di Venezia. Celebre è il dipinto Venezia con Santa Maria della Salute, dove non si riesce a comprendere se la chiesa affiori da una caligine di colore, di nebbia e di acqua, come se fosse una visione, o se si stia dissolvendo in quegli stessi colori ed in quella luce.
Quando poi si recò a Roma, le sue opere si arricchirono di scene storiche e mitologiche, rifacendosi a Rembrandt. A questa categoria appartiene Regolo, un quadro che descrive un episodio della storia romana, nel quale non c’è alcuna ricerca di bellezza nelle forme, nessuna atmosfera arcadica, ma un’emozione che sollecita stupore ed inquietudine. Vi è rappresentato il porto di Cartagine, la città nemica di Roma; i cartaginesi, fatto prigioniero Attilio Regolo, lo rimandarono in patria per convincere i romani a rinunciare alla guerra. Egli invece li sollecitò a continuare, e per onor di parola, fece lo stesso ritorno a Cartagine, dove fu sottoposto a crudeli torture, quali il taglio delle palpebre, ed in seguito fu ucciso. Il vero protagonista del quadro è la grande luce proveniente dal fondo, un punto di fuga ideale nel quale convergono gli edifici che si affacciano sul porto. Qui è evidente la ricerca di Turner di rappresentare direttamente la luce, senza doverla utilizzare come strumento di visione.
Turner fu in grado di gettare le basi per una pittura che solo tempo dopo verrà riconosciuta come astratta, una costruzione di luci e colori ispirata da stimoli interiori e spirituali più che dall’esteriorità delle cose.

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