mercoledì 19 giugno 2013

Arte, Il Mistero della Tela Più Grande del Mondo

di Claudia Pellegrini

ARTE, IL MISTERO DELLA TELA PIU GRANDE DEL MONDO - Nella Basilica di San Pietro a Perugia sono conservate diverse opere di Antonio Vassilacchi. Il pittore in questione si era formato alla scuola di Paolo Veronese e Tintoretto. Tra il 1591 ed il 1611,  gli furono commissionate dall’abate Giacomo di San Felice di Salò dieci tele riguardanti episodi della vita di Cristo con riferimenti al Vecchio Testamento; furono poi collocate, cinque per parte, ai lati della navata centrale della basilica. Indubbiamente sono tele di grande pregio, ma c’è un altro quadro, stranamente poco conosciuto e bistrattato dalla storia dell’arte che merita interesse per la singolarità di ciò che mostra: si tratta de Il Trionfo dell’Ordine dei Benedettini, un’enorme tela che, la più grande al mondo, che occupa tutta la parte superiore della parete di ingresso interna della chiesa.
La tela raffigura Santi, Papi, Cardinali, Vescovi, Abati e vari fondatori di Ordini correlati, e tutti insieme contornano San Benedetto da Norcia. Le figure sono realizzate più grandi del naturale, e questo è indice di maestosità. Sappiamo che il soggetto fu imposto al pittore, ma quel che possiamo solo immaginare, è che il Vassilacchi creò un effetto degno delle moderne tecniche digitali.
Se si osserva la tela verso l’altare maggiore, tutte le figure messe insieme nel quadro ne formano una sola, e più ci si allontana, più è facile notarla. In particolare, se si concentra l’attenzione sulla figura di San Benedetto e sui due squarci di cielo dove all’interno sono posti il sole e la luna, si nota chiaramente una figura piuttosto inquietante, demoniaca: San Benedetto è il naso ed i suddetti squarci di cielo sono gli occhi, San Pietro e San Paolo agli estremi sono le orecchie ed i due ciuffi centrali sono le corna. Affascinante davvero. Inoltre, per chi cercasse le zanne, basta guardare i benedettini dipinti di spalle. La bocca fortunatamente o sfortunatamente manca.
Vassilacchi ha fatto risaltare ancora di più il misterioso personaggio con posture e colori, tanto che, una volta individuata la figura demoniaca, non si nota più altro, tutti quei papi, vescovi, monaci, scompaiono davanti all’enormità del demone. Oltretutto il dipinto, era a uso e consumo esclusivo del sacerdote, infatti il popolo gli dava le spalle durante la messa.
Appurato che la figura c’è, ed è reale, ci si chiede perché si trovi all’interno di una tela da esibire in una chiesa. Per vendetta verso il committente? Per criticare la corruzione della Chiesa dell’epoca? È difficile che un’evidenza del genere sia sfuggita alla morsa dell’Inquisizione, eppure la tela è ancora tra noi. Di Vassilacchi non si sa moltissimo, e forse sarebbe utile indagare sulla sua vita per poter capire il mistero di questa tela. Sappiamo che era nato nell’isola greca di Milos, e già da bambino si era trasferito a Venezia, dove la famiglia italianizzò il nome, ma in genere veniva chiamato da tutti l’Aliense, ovvero lo straniero. Oltretutto era molto richiesto dai committenti religiosi e dal governo della Serenissima, poiché era un artista serio e particolarmente mansueto; ebbe persino due figlie suore. Tutto questo accresce ancora di più il mistero della figura diabolica che fa capolino dall’enorme tela.
Resta il fatto che è lì, sopra la porta d’uscita, una porta che, se la guardiamo bene da lontano, insieme al quadro, sembra proprio la bocca del demone. Chissà, forse voleva avvisare i fedeli che, una volta usciti dalle sacre mura della chiesa, si entrava inevitabilmente tra le fauci del peccato.

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