giovedì 9 maggio 2013

Arte, Gioielli e Pietre Preziose nel Passato - Parte Prima

di Claudia Pellegrini

ARTE, GIOIELLI E PIETRE PREZIOSE NEL PASSATO - I gioielli, come forse non tutti sanno, non hanno sempre avuto la funzione di ornamento, spesso e volentieri nei secoli passati avevano anche valore talismanico o terapeutico, qualità associate a credenze antiche secondo le quali in essi vi fossero forze misteriose che potessero influire sulla vita degli uomini. Ma erano usati anche per molti altri scopi. Esaminiamoli separatamente.
GIOIELLI PROFUMATI – In una società come quella del passato, dove il semplice gesto del lavarsi era un’operazione non molto frequente, gli odori forti erano assai diffusi, di conseguenza profumi ed essenze portati sulla persona erano fondamentali. Già a partire dal XIII secolo, è possibile rintracciare collane, bracciali, orecchini, bottoni profumati, modellati con paste odorose quali il muschio, l’ambra e lo zibetto. Nonostante la funzione di questi monili fosse principalmente quella di emanare buoni odori, spesso erano usati anche per disinfettare l’aria in caso di pestilenze o epidemie, dando loro il compito di scongiurare il contagio. Dato che il prezzo di queste manifatture era piuttosto elevato, per le classi più povere, erano oggetti proibitivi anche se molto ambiti.
GIOIELLI MAGICI – La funzione magico-terapeutica dei gioielli era soprattutto associata a donne e bambini, considerati comunemente meno forti e quindi più bisognosi di amuleti e talismani. Erano generalmente portati in corrispondenza di quei punti del corpo maggiormente soggetti a rischio poiché a contatto con l’esterno e non protetti dagli abiti: orecchie, occhi, gola, petto, mani, polsi, ma anche capelli. Tra le pietre più popolari c’era la belzuar, ovvero calcoli biliari di colore giallo costituiti dal colesterolo di una varietà di capra dell’Asia, che si credeva avessero potere contro il veleno. Per quanto possa sembrarci strano al giorno d’oggi, bisogna tenere conto che in antichità le parti degli animali erano ritenute l’incarnazione dello spirito dell’animale, e tenute in grande considerazione, anche nell’ambito farmacologico. L’amuleto più efficace era senza dubbio il corallo. La sua storia simbolica parte dal sangue della Gorgone pietrificato, secondo il mito di Perseo raccontato da Plinio, fino a giungere al sangue di Cristo, ed era soprattutto utilizzato dalle donne. Altro amuleto importante era l’occhio, già presente nella gioielleria dell’antica Roma, simbolo di vista spirituale, efficace contro il malocchio. Dal XIII secolo in poi si erano sviluppate certe opere di tipo enciclopedico detti Lapidari, in cui venivano elencati i poteri delle gemme. Da questi si poteva apprendere, ad esempio, che l’agata accresceva le forze, la corniola spegneva l’ira, il giacinto rendeva sicuri i lunghi viaggi, il diamante riaccendeva l’amore e sconfiggeva i nemici, e così via. Anche conchiglie, perle ed ostriche erano particolarmente utilizzate. Le perle infatti già nell’antica Grecia simboleggiavano l’amore ed il matrimonio. Ma le virtù delle gemme erano utilizzate anche in ambito religioso, non a caso breviari e messali sovente presentavano pietre scelte in base alle diverse qualità: gli zaffiri confermavano la Fede, gli smeraldi la Speranza e i rubini la Carità.
Anche le immagini con cui i mastri orafi decoravano i gioielli avevano particolare valenza simbolica: un uomo con un serpente tra le mani era un potente contravveleno, un drago contornato da raggi giovava allo stomaco, il serpente e l’unicorno donavano saggezza e longevità. Importante era la figura della sirena che, connessa al periodo dell’infanzia, teneva lontano influenze maligne.
Particolari proprietà erano anche attribuite a certi gioielli detti Agnus Dei, diffusissimi fino al XIX secolo, delle medaglie immerse in acqua benedetta con attorno la scritta “Ecce Agnus Dei qui tollit peccata mundi” raffiguranti Cristo, la Madonna o anche i santi. Tra le donne era diffusa la figura dello zibellino, incastonato in vari tipi di gioielli; questo animale era connesso già dall’antichità al momento del parto.
GIOIELLI RELIGIOSI E DEVOZIONALI – L’aspetto religioso e quello magico dei gioielli erano profondamente legati tra loro. Questa ambivalenza si può riscontrare nei cosiddetti Jesus, pendenti diffusi in Europa fino al XVIII secolo, che recavano la scritta IHS, cioè “in hac cruce salvis”. Generalmente erano eseguiti in materiali preziosi, o con diamanti o con perle, utilizzati anche per la manifattura di semplici crocifissi, molto utilizzati da entrambi i sessi. Anche reliquie e immagini di santi potevano essere trasformati in sontuosi gioielli. Per quanto riguarda l’Italia, ad esempio, l’immagine di San Carlo Borromeo ebbe una grande diffusione a partire dal 500. Molto ricercati erano anche i paternostri, gli odierni rosari, utilizzati sia come ornamento per collo e polso, ma anche per cintura; erano realizzati con i materiali più disparati, dal corallo all’argento, dalla madreperla al semplice vetro. Inoltre, a partire dall’epoca della Controriforma, non era insolito trovare anelli con sopra l’effige della morte, una sorta di memento mori, in genere una piccola bara o teschi con tibie, prodotti con lo scopo preciso di far meditare sulla vanità della vita e l’inevitabilità della morte.

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