di Michela Gabrielli
ARTE, BRUEGHEL PITTURA FIAMMINGA - Il Chiostro del Bramante di Roma ospita dal 18 dicembre 2012 al 2 giugno 2013 una grande mostra sui capolavori della dinastia Brueghel.
È convinzione ampiamente
condivisa che l’opera di Bruegel sia una
pittura composita, ricca di apporti intellettuali, iconografici e stilistici, e
che egli venne influenzato da Hieronymus Bosch producendo diverse opere in uno
stile assai simile al suo, come si evince da alcuni suoi disegni e stampe: Tentazioni di S. Antonio e Pesce
grosso mangia il pesce piccolo. Nelle Fiandre del XVII secolo l’inclusioni di contributi altrui all’interno
di un’opera veniva considerata come arricchimento della propria arte. Questo
approccio alle collaborazioni artistiche in pittura si può far risalire
direttamente all’istituzione delle gilde, soprattutto nei Paesi Bassi
all’inizio del XVI secolo. Queste intuizioni furono create principalmente
per garantire un controllo sulla qualità dei lavori e per monitorare
l’evoluzione d’apprendista a maestro pittore attraverso un elaborato sistema di
regole enorme. Fu proprio la natura di questo tipo di comunità a dare vita al
concetto di scambio e interscambio che dominava la cultura artistica nel tempo.
I registri delle gilde confermano
che artisti della levatura di P.P. Rubens, Anton Van Dyck e Pieter Bruegel il Vecchio apposero la
propria firma su opere realizzate con l’aiuto di discepoli e apprendisti che,
in alcuni casi, anni dopo, superarono persino i loro maestri. I figli di
Bruegel il Vecchio: Pieter il Giovane e Jan il Vecchio seguirono la tradizione
familiare nonostante fossero rimasti orfani di padre in giovane età, ma
subirono in diversa misura, l’influenza artistica paterna. Tra le opere più
interessanti della Mostra, incontriamo: La Resurrezione che è tra i dipinti a soggetto biblico e tra i
più suggestivi di P. Bruegel il Vecchio,
il cui originale fu probabilmente realizzato per il cardinale Granvelle, il suo
più grande benefattore per il quale eseguì altre scene di questo genere quando
si trasferì a Bruxelles. L’immagine creata da Bruegel è perfettamente in linea
con la tipica iconografia cattolica dell’epoca.
Altra opera è: Trappola per uccelli, dove ne esistono oltre
quaranta versioni conosciute del soggetto dal titolo in esame, ma solo poche
sono firmate e datate, la prima delle quali risale al 1601. Attribuite al
Vecchio è stato finora considerato l’originale.
L’unicità è determinata
dall’inserimento di un’inconsueta trappola per uccelli eccentricamente posta
nel quadro tra i pattinatori sul ghiaccio. Si ipotizza che questa scelta
compositiva sia un’allusione morale: la trappola rappresenti la precarietà
della vita ed è raffigurata in contrappunto ai pattinatori spensierati, ignari
della fragilità del ghiaccio, quanto gli uccelli della presenza della trappola.
Ancora segue Villaggio con contadini e animali , e la maggior parte di queste
opere fu eseguita su rame o su piccoli pannelli molto sottili e raffigurano
soggetti vari, come ritratti o paesaggi nei quali l’autore raffigura contadini
delle Fiandre. Il dipinto propone scene di vita popolare fiamminga colte nei
loro ambienti caratteristici. Vi è poi una bellissima Madonna con Bambino in una ghirlanda di fiori dove in realtà furono
Rubens e Van Balen a ritrarre la Madonna , mentre il Vecchio Bruegel si
occupava soprattutto di dipingere la ghirlanda di fiori. Nel merito ci è
pervenuta un’importante tra l’artista ed il suo mecenate il cardinale milanese
Borromeo.
Segue una Allegoria dei 4 elementi, dove Jan Bruegel il Giovane ed Hendrick Van Balen eseguirono varie opere
in collaborazione, pratica assai diffusa tra gli artisti fiamminghi di quel
periodo. L’allegoria ritrae quattro dee in uno scenario boschivo. Le Dee
rappresentano i quattro elementi della natura e sono contornate da fiori,
frutti, pesci, uccelli esotici e armature, tutti elementi dipinti da Jan
Bruegel il Giovane con sorprendente dovizia di dettagli ed una tecnica
magistrale. Poi è anche interessante L’Allegoria
dell’amore, dove si nota che i dipinti di carattere allegorico furono molto
rappresentati nei Paesi Bassi tre il XVI e il XVII secolo e in modo particolare
dalla dinastia dei Bruegel che primeggiò in tale genere. La tavola di rame in
esame insolitamente grande, dotata di un ricco colorismo e mirabilmente
eseguita, rappresenta l’amore attraverso simboli e allegorie. Le notevoli
dimensioni fanno presumere che essa fosse stata commissionata da un facoltoso
mecenate.
Segue : L’Allegoria della guerra dove i corpi giacciono a terra e una donna
piange le loro morti. Marte e la Furia Aletto entrano in scena per
infiammare glia animi alla battaglia.
Interessante anche Gesù sul mare di
Genezareth dove si sceglie di
rappresentare il momento in cui Gesù giunse su una delle sponde del lago di
Genezareth (più conosciuto come lago di Tiberiade). La scelta di immortalare il
momento della predica vera e propria tralasciando le due scene oggi più famose
del passo, può sembrare disorientante, ma appare chiara alla luce del contesto
in cui il dipinto è stato eseguito; il tema fu rilanciato durante la
Controriforma per il suo significato legato al primato di Pietro e ai travagli
della chiesa cattolica. Anche in questo l’arte barocca ben si presta alla
diffusione delle idee cattoliche: magniloquenza e teatralità del dipinto sono
ben evidenti. Gesù allegoricamente posto al centro del quadromondo, è in
evidenza sulla prua rialzata di una barca che, con Pietro al timone,
simboleggia la Chiesa dei primordi che evangelizza le terre.
Tutto il gruppo umano è percorso
da un fremito emozionale di concitazione per le parole di cristo, smuovendo i
sentimenti di chi osserva e raggiungendo livelli di teatralità eccezionali.
Segue Sacra Famiglia in una ghirlanda di
fiori, qui l’ampia tavola ritrae la Madonna col bambino e S. Giuseppe
realizzati da Bartolomeo Cavarozzi in una ghirlanda di fiori eseguita da Jan
Bruegel il Giovane. Quest’ultima è indubbiamente quella più magistralmente
dipinta e ricca di dettagli di tutta l’opera di Jan, tanto che il dipinto fu
per molto tempo fu per molto tempo attribuito al padre Jan il Vecchio. La
datazione è sicuramente precedente al
1625. Vi è ancora da ricordare IL Paradiso Terrestre. Quello del
Paradiso terrestre è un teme fondamentale dell’antico testamento, molto
trattato sia da Jan il Vecchio che da Jan il Giovane. Ci sono giunti molti
disegni preparatori per diverse composizioni aventi questo soggetto: tra queste
una delle prime risale al 1594, custodita a Roma presso la Galleria Doria
Pamphilj, un’altra del 1596 ca. fu dipinta in collaborazione con Endrick De
Clerck su una tavola di rame dalla forma circolare.
Il quadro è considerato tra i
migliori dipinti di Bruegel il Vecchio e si presume che quando il giovane
ereditò lo studio paterno, trovò il dipinto incompiuto e lo completò. Segue un Paesaggio collinare con viandanti, molto
caratteristico, dove il dipinto si sa far parte di un gruppo di paesaggi
eseguiti da De Momper in collaborazione
con B. il Giovane nei primi decenni del XVII secolo. Rappresenta un esempio
interessante della collaborazione pittorica tra i due artisti : De Momper
dipinse il paesaggio e Bruegel le figure. Interessante è anche L’Adorazione dei Magi che ci vien
tramandato che l’episodio dell’adorazione è descritto nel Nuovo testamento. Le
rappresentazioni artistiche di questo tema attingevano principalmente al Nuovo
Testamento, a eccezione di due elementi in esso non menzionati, aggiunti successivamente:
gli uomini saggi furono rappresentati come dei re, indossando abiti regali e
corone e il loro numero: tre fu desunto dal numero dei doni.
La rappresentazione prospettica
dall’alto del quadro fa sì che il punto di vista dell’osservatore sia quasi a
volo d’uccello e la scena raffigurata panoramica. Sul retro della tavola sono
incise le lettere MV, sotto queste un paio di mani e il disegno di un castello:
Le lettere sono le iniziali di Michael Vriendt, noto produttore di tavole di
legno di Anversa, che preparava anche le tavole per i dipinti di Rubens, la
posizione delle mani e del castello simboleggia invece il nome della città di
Anversa. Il dipinto originale riscosse molto successo già all’epoca in cui fu
realizzato. Segue un’altra allegoria, L’Allegoria
degli elementi . L’opera è composta da un ciclo di quattro dipinti ciascuno
dei quali tratta l’allegoria di un singolo elemento. Qui sono rappresentate in
un unico quadro le quattro dee: Vesta, Anfitrite, Urania, Cerere.
Per ultimo troviamo il quadro Studio di farfalle e altri insetti che è
un dipinto su un pannello di rame per dare penne lamento e risalto al colore,
dove vi sono inserite vari tipi di farfalle e inseti, più di settanta tipi,
ripresi con dovizia di particolari tipica della pittura fiamminga. Tutto questo e altro è stata la Mostra dei
Bruegel, che tanto hanno saputo restituire ai paesaggi soprattutto,
caratteristica propria dell’epoca e dell’arte olandese di quei tempi e di quei
secoli, ma quello che ci ha saputo restituire questa famiglia è un vero
“impianto” d’opera che scorreva e che ha
mostrato di scorrere nelle vene di una dinastia intera.
Michela Gabrielli
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