domenica 14 aprile 2013

Arte, Brueghel: meraviglie dell'arte fiamminga


di Michela Gabrielli

ARTE, BRUEGHEL PITTURA FIAMMINGA - Il Chiostro del Bramante di Roma ospita dal 18 dicembre 2012 al 2 giugno 2013 una grande mostra sui capolavori della dinastia Brueghel. 

È convinzione ampiamente condivisa che l’opera di  Bruegel sia una pittura composita, ricca di apporti intellettuali, iconografici e stilistici, e che egli venne influenzato da Hieronymus Bosch producendo diverse opere in uno stile assai simile al suo, come si evince da alcuni suoi disegni e stampe: Tentazioni di S. Antonio  e  Pesce grosso mangia il pesce piccolo. Nelle Fiandre del XVII secolo  l’inclusioni di contributi altrui all’interno di un’opera veniva considerata come arricchimento della propria arte. Questo approccio alle collaborazioni artistiche in pittura si può far risalire direttamente all’istituzione delle gilde, soprattutto nei Paesi  Bassi  all’inizio del XVI secolo. Queste intuizioni furono create principalmente per garantire un controllo sulla qualità dei lavori e per monitorare l’evoluzione d’apprendista a maestro pittore attraverso un elaborato sistema di regole enorme. Fu proprio la natura di questo tipo di comunità a dare vita al concetto di scambio e interscambio che dominava la cultura artistica nel tempo.
I registri delle gilde confermano che artisti della levatura di P.P. Rubens, Anton Van Dyck  e Pieter Bruegel il Vecchio apposero la propria firma su opere realizzate con l’aiuto di discepoli e apprendisti che, in alcuni casi, anni dopo, superarono persino i loro maestri. I figli di Bruegel il Vecchio: Pieter il Giovane e Jan il Vecchio seguirono la tradizione familiare nonostante fossero rimasti orfani di padre in giovane età, ma subirono in diversa misura, l’influenza artistica paterna. Tra le opere più interessanti della Mostra, incontriamo:  La Resurrezione  che è tra i dipinti a soggetto biblico e tra i più suggestivi di P. Bruegel  il Vecchio, il cui originale fu probabilmente realizzato per il cardinale Granvelle, il suo più grande benefattore per il quale eseguì altre scene di questo genere quando si trasferì a Bruxelles. L’immagine creata da Bruegel è perfettamente in linea con la tipica iconografia cattolica dell’epoca.  Altra opera è: Trappola per uccelli, dove ne esistono oltre quaranta versioni conosciute del soggetto dal titolo in esame, ma solo poche sono firmate e datate, la prima delle quali risale al 1601. Attribuite al Vecchio è stato finora considerato l’originale.

L’unicità è determinata dall’inserimento di un’inconsueta trappola per uccelli eccentricamente posta nel quadro tra i pattinatori sul ghiaccio. Si ipotizza che questa scelta compositiva sia un’allusione morale: la trappola rappresenti la precarietà della vita ed è raffigurata in contrappunto ai pattinatori spensierati, ignari della fragilità del ghiaccio, quanto gli uccelli della presenza della trappola. Ancora segue  Villaggio con contadini e animali , e la maggior parte di queste opere fu eseguita su rame o su piccoli pannelli molto sottili e raffigurano soggetti vari, come ritratti o paesaggi nei quali l’autore raffigura contadini delle Fiandre. Il dipinto propone scene di vita popolare fiamminga colte nei loro ambienti caratteristici. Vi è poi una bellissima Madonna con Bambino in una ghirlanda di fiori dove in realtà furono Rubens e Van Balen a ritrarre la Madonna , mentre il Vecchio Bruegel si occupava soprattutto di dipingere la ghirlanda di fiori. Nel merito ci è pervenuta un’importante tra l’artista ed il suo mecenate il cardinale milanese Borromeo.
Segue una Allegoria dei 4 elementi, dove Jan Bruegel il Giovane  ed Hendrick Van Balen eseguirono varie opere in collaborazione, pratica assai diffusa tra gli artisti fiamminghi di quel periodo. L’allegoria ritrae quattro dee in uno scenario boschivo. Le Dee rappresentano i quattro elementi della natura e sono contornate da fiori, frutti, pesci, uccelli esotici e armature, tutti elementi dipinti da Jan Bruegel il Giovane con sorprendente dovizia di dettagli ed una tecnica magistrale. Poi è anche interessante L’Allegoria dell’amore, dove si nota che i dipinti di carattere allegorico furono molto rappresentati nei Paesi Bassi tre il XVI e il XVII secolo e in modo particolare dalla dinastia dei Bruegel che primeggiò in tale genere. La tavola di rame in esame insolitamente grande, dotata di un ricco colorismo e mirabilmente eseguita, rappresenta l’amore attraverso simboli e allegorie. Le notevoli dimensioni fanno presumere che essa fosse stata commissionata da un facoltoso mecenate.
Segue : L’Allegoria della guerra dove i corpi giacciono a terra e una donna piange le loro morti. Marte e la Furia Aletto entrano in scena per infiammare  glia animi alla battaglia. Interessante anche Gesù sul mare di Genezareth  dove si sceglie di rappresentare il momento in cui Gesù giunse su una delle sponde del lago di Genezareth (più conosciuto come lago di Tiberiade). La scelta di immortalare il momento della predica vera e propria tralasciando le due scene oggi più famose del passo, può sembrare disorientante, ma appare chiara alla luce del contesto in cui il dipinto è stato eseguito; il tema fu rilanciato durante la Controriforma per il suo significato legato al primato di Pietro e ai travagli della chiesa cattolica. Anche in questo l’arte barocca ben si presta alla diffusione delle idee cattoliche: magniloquenza e teatralità del dipinto sono ben evidenti. Gesù allegoricamente posto al centro del quadromondo, è in evidenza sulla prua rialzata di una barca che, con Pietro al timone, simboleggia la Chiesa dei primordi che evangelizza le terre.
Tutto il gruppo umano è percorso da un fremito emozionale di concitazione per le parole di cristo, smuovendo i sentimenti di chi osserva e raggiungendo livelli di teatralità eccezionali. Segue Sacra Famiglia in una ghirlanda di fiori, qui l’ampia tavola ritrae la Madonna col bambino e S. Giuseppe realizzati da Bartolomeo Cavarozzi in una ghirlanda di fiori eseguita da Jan Bruegel il Giovane. Quest’ultima è indubbiamente quella più magistralmente dipinta e ricca di dettagli di tutta l’opera di Jan, tanto che il dipinto fu per molto tempo fu per molto tempo attribuito al padre Jan il Vecchio. La datazione è sicuramente precedente al  1625.  Vi è ancora da ricordare IL Paradiso Terrestre. Quello del Paradiso terrestre è un teme fondamentale dell’antico testamento, molto trattato sia da Jan il Vecchio che da Jan il Giovane. Ci sono giunti molti disegni preparatori per diverse composizioni aventi questo soggetto: tra queste una delle prime risale al 1594, custodita a Roma presso la Galleria Doria Pamphilj, un’altra del 1596 ca. fu dipinta in collaborazione con Endrick De Clerck su una tavola di rame dalla forma circolare.
Il quadro è considerato tra i migliori dipinti di Bruegel il Vecchio e si presume che quando il giovane ereditò lo studio paterno, trovò il dipinto incompiuto e lo completò. Segue un Paesaggio collinare con viandanti, molto caratteristico, dove il dipinto si sa far parte di un gruppo di paesaggi eseguiti da De Momper  in collaborazione con B. il Giovane nei primi decenni del XVII secolo. Rappresenta un esempio interessante della collaborazione pittorica tra i due artisti : De Momper dipinse il paesaggio e Bruegel le figure. Interessante è anche L’Adorazione dei Magi che ci vien tramandato che l’episodio dell’adorazione è descritto nel Nuovo testamento. Le rappresentazioni artistiche di questo tema attingevano principalmente al Nuovo Testamento, a eccezione di due elementi in esso non menzionati, aggiunti successivamente: gli uomini saggi furono rappresentati come dei re, indossando abiti regali e corone e il loro numero: tre fu desunto dal numero dei doni.
La rappresentazione prospettica dall’alto del quadro fa sì che il punto di vista dell’osservatore sia quasi a volo d’uccello e la scena raffigurata panoramica. Sul retro della tavola sono incise le lettere MV, sotto queste un paio di mani e il disegno di un castello: Le lettere sono le iniziali di Michael Vriendt, noto produttore di tavole di legno di Anversa, che preparava anche le tavole per i dipinti di Rubens, la posizione delle mani e del castello simboleggia invece il nome della città di Anversa. Il dipinto originale riscosse molto successo già all’epoca in cui fu realizzato. Segue un’altra allegoria, L’Allegoria degli elementi . L’opera è composta da un ciclo di quattro dipinti ciascuno dei quali tratta l’allegoria di un singolo elemento. Qui sono rappresentate in un unico quadro le quattro dee: Vesta, Anfitrite, Urania, Cerere. 
Per ultimo troviamo il quadro Studio di farfalle e altri insetti che è un dipinto su un pannello di rame per dare penne lamento e risalto al colore, dove vi sono inserite vari tipi di farfalle e inseti, più di settanta tipi, ripresi con dovizia di particolari tipica della pittura fiamminga.  Tutto questo e altro è stata la Mostra dei Bruegel, che tanto hanno saputo restituire ai paesaggi soprattutto, caratteristica propria dell’epoca e dell’arte olandese di quei tempi e di quei secoli, ma quello che ci ha saputo restituire questa famiglia è un vero “impianto”  d’opera che scorreva e che ha mostrato di scorrere nelle vene di una dinastia intera.
Michela Gabrielli

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