SCIENZA, LATTE E MAIONESE PER STUDIARE NANOTECNOLOGIE - Fanno parte della nostra quotidianità e forse a nessuno di noi verrebbe in mente di utilizzarli come strumenti utili alla ricerca nel campo della miniaturizzazione e della nanotecnologia. Un gruppo di studiosi italiani ha recentemente pubblicato sulla rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America) i risultati di una indagine sui meccanismi di nano-attrito, fatta proprio grazie alle proprietà chimiche di miscele come latte, maionese, asfalto e fumo. Il team di lavoro della Sissa di Trieste, con la collaborazione del Cnr-Iom (Centro Nazionale Ricerche-Istituto Officina dei Materiali), del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste e del Dipartimento di Fisica dell'Universita degli studi di Milano, ha sfruttato le conoscenze già note circa caratteristiche proprie dei colloidi per aprire una nuova frontiera nell'ambito della comprensione dei meccanismi di attrito microscopico. I colloidi sono definiti in chimica come miscugli costituito da particelle (solide o liquide) con un diametro compreso tra i 5 e i 200 nanometri, disperse in un fluido. Osservando microscopicamente il comportamento di un fascio di luce che attraversa il colloide i ricercatori hanno potuto osservare il comportamento delle nanoparticelle, simularne il moto e indagarne il comportamento al variare dei parametri d'attrito. Il dettaglio e la precisione con cui sono state effettuate le misurazioni sulle forze di attrito intervenute sulle particelle colloidali non hanno precedenti. Lo studio, orgogliosamente italiano, potrebbe nei prossimi anni rivelarsi di fondamentale importanza nel campo dell'industria nano e hi-tech; ampio il grado di miglioramento per cellulari, motori automobilistici e tutto ciò che funziona e prende vita grazie all'assemblaggio di componenti su scala microscopica.
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