ARTE, WILLIAM TURNER IL PITTORE DELLA LUCE - William
Turner
(1775-1851) nonostante appartenga alla categoria dei pittori romantici, è
considerato come il precursore della corrente impressionista; visto come una
figura controversa, bisogna riconoscergli il merito di aver elevato il livello
della pittura paesaggistica a competere con quella storica. Era famoso
soprattutto per la pittura ad olio, ma molte delle opere che l’hanno reso
famoso sono degli splendidi acquerelli che gli valsero il soprannome di “pittore della luce”.
Apprezzato prestissimo per il suo
straordinario talento, fu riconosciuto dai contemporanei come artista di genio.
I soggetti dai quali traeva maggiormente ispirazione erano naufragi, incendi,
catastrofi naturali, nonché i vari fenomeni atmosferici, come la luce del sole,
la pioggia, la nebbia. Nel 1834 scoppiò un tremendo incendio al parlamento inglese, Turner si precipitò ad assistervi
di persona, e successivamente immortalò l’accaduto in una serie di acquerelli.
Era anche molto affascinato dalla violenza del mare, ma anche dalle figure
umane: in molte delle sue opere le figure umane avevano la duplice funzione di
mostrare al mondo l’amore verso l’umanità, ma anche la sua vulnerabilità, la
volgarità a confronto con il resto della natura, una natura suprema, cioè che
ispira soggezione, grandiosa nella sua selvatichezza, indomabile e segno
evidente del potere di Dio.
Importante per Turner era soprattutto la
luce, rappresentazione
dell’emanazione dello spirito divino, spesso resa in splendidi giochi di luce,
riflessi nell’acqua o nel cielo. Un aneddoto vuole che si sia addirittura fatto
legare all’albero maestro di una nave durante una tempesta, per meglio
presenziare all’evento che avrebbe riportato su tela.
Viaggiò moltissimo, sostò diversi mesi
in Francia per poter studiare le opere del Louvre; i suoi principali punti di
riferimento furono Nicolas Poussin e
Lorrain, di quest’ultimo soprattutto
apprezzò la luminosità cromatica, le gradazioni pastello, la concentrazione di
luce e solarità che, a suo giudizio, erano ineguagliabili. Nel 1819 in Italia
restò folgorato dalla splendida luce mediterranea che immortalò in molti
quadri, la luce infatti fu la protagonista principale delle vedute di Venezia.
Celebre è il dipinto Venezia con Santa
Maria della Salute, dove non si riesce a comprendere se la chiesa affiori
da una caligine di colore, di nebbia e di acqua, come se fosse una visione, o
se si stia dissolvendo in quegli stessi colori ed in quella luce.
Quando poi si recò a Roma, le sue opere
si arricchirono di scene storiche e mitologiche, rifacendosi a Rembrandt. A
questa categoria appartiene Regolo,
un quadro che descrive un episodio della storia romana, nel quale non c’è
alcuna ricerca di bellezza nelle forme, nessuna atmosfera arcadica, ma
un’emozione che sollecita stupore ed inquietudine. Vi è rappresentato il porto
di Cartagine, la città nemica di Roma; i cartaginesi, fatto prigioniero Attilio
Regolo, lo rimandarono in patria per convincere i romani a rinunciare alla
guerra. Egli invece li sollecitò a continuare, e per onor di parola, fece lo
stesso ritorno a Cartagine, dove fu sottoposto a crudeli torture, quali il
taglio delle palpebre, ed in seguito fu ucciso. Il vero protagonista del quadro
è la grande luce proveniente dal fondo, un punto di fuga ideale nel quale
convergono gli edifici che si affacciano sul porto. Qui è evidente la ricerca di
Turner di rappresentare direttamente la luce, senza doverla utilizzare come
strumento di visione.
Turner fu in grado di gettare le basi
per una pittura che solo tempo dopo verrà riconosciuta come astratta, una
costruzione di luci e colori ispirata da stimoli interiori e spirituali più che
dall’esteriorità delle cose.
Nessun commento:
Posta un commento