ARTE, DIPINTI NEGROMANTICI DI ANGELO CAROSELLI - Angelo Caroselli (1585-1652), pittore,
copista, falsario, restauratore e consigliere in merito all’acquisto di opere
d’arte, opera a Roma, Firenze e Napoli; viene addirittura invitato a
trasferirsi alla corte del re d’Inghilterra, Carlo I Stuart. Molti degli
acquirenti del pittore, legati tra loro da rapporti di parentela ed amicizia,
sono in qualche modo legati alla cultura magica; posseggono infatti testi messi
all’indice, volumi di astrologia, divinazione, alchimia, scritti inerenti
all’interpretazione dei sogni. Inoltre, bisogna anche ricordare che l’interesse
nei confronti del mondo esoterico era particolarmente vivo alla corte inglese,
non a caso il padre di Carlo I, Giacomo I, era stato autore di un trattato dal
titolo Daemonologie in form of a dialogue,
divided into three books; il contenuto di questo scritto spiega il gusto di
questa corte che, non a caso, desidera accogliere un pittore come Caroselli che
accanto ad una produzione più “canonica” ne accosta un’altra molto più
interessante, quella negromantica.
Uno dei dipinti più significativi
appartenenti a questo filone è La
Negromante. Il quadro ritrae il mezzobusto di una donna che indossa una
lucente corona arricchita da un filo di perle che ricade sulla fronte; veste
una camicia chiara che lascia scoperte le spalle e un abito blu. La Negromante
ha la bocca spalancata e distende le mani come spaventata da qualcosa che non è
completamente visibile, ma che si può ben intuire se si fa attenzione al
particolare degli artigli che compaiono all’estrema sinistra del quadro. Sul
tavolo è posato un piatto con del carbone ardente ed un teschio, un libro
aperto sul quale vi sono undici sigilli ed una figura geometrica composta da
due cerchi dentro i quali è inscritto un poligono, ed una candela accesa. Alle spalle
della donna c’è una tenda che svela alcune strane figure: una donna svestita
con un bambino in braccio, una figura maschile nuda ed un’altra all’angolo. La
letteratura sulla stregoneria all’epoca informava il pubblico che le maliarde
sacrificavano i bambini, preferibilmente quelli non battezzati, per utilizzarne
il grasso e comporre unguenti con i quali cadere in stato di trance e quindi
partecipare ai sabba. La figura maschile potrebbe essere intesa come Saturno.
Interessante è la scritta minuta sull’elemento architettonico, interpretata con
la parola “crudeltà”.
Accostabile a questa tela è la Scena di stregoneria. Anche qui
troviamo una donna con la bocca spalancata, le spalle scoperte e le vesti quasi
identiche. Sulla sinistra del tavolo c’è un teschio sul carbone ardente e degli
artigli demoniaci che si affacciano improvvisamente. Alla luce di una luna
calante si trova una scenetta di sacrificio che mostra una donna svestita e
seduta per terra, una figura sul calderone, un’altra donna nuda che avvicina al
fuoco un neonato tenendolo per i piedi e quarta figura che solleva un altro
bambino per le caviglie. Anche in questo caso i riferimenti a rituali magici
sono chiarissimi.
Altra tela appartenente al filone della
stregoneria è La Maga. Anche in
questo caso ci troviamo di fronte ad un mezzobusto femminile che volge lo
sguardo verso l’osservatore mentre infila letteralmente un braccio nello
specchio. Ovviamente non manca il corredo magico fatto da un’ampolla, una
candela ritorta, due libri, un teschio e questo specchio che mostra contenuti
sorprendenti. Oltre a ingurgitare la mano lo specchio riflette gli elementi
della stanza dove è ambientata la scena: il volto della fattucchiera,
l’ampolla, le candele, un libro, una parete, la finestra, e, inaspettatamente,
il pittore immobile. Inoltre sembra anche riflettere elementi appartenenti ad
uno spazio esterno che sovrastano la stanza: una figuretta distesa dalla quale
se ne allontana un’altra, un cane, una pianta ed un monte. Ma anche l’ampolla
riflette qualcosa, infatti si scorge sul suo vetro una finestra illuminata, una
terza figura, di nuovo il pittore ed il teschio.
Dunque possiamo considerare Caroselli
precursore di quel filone stregonesco che interesserà una parte della
produzione di Salvator Rosa? Probabilmente
si, anche perché, è evidente, se si osservano le figurette minute presenti in
queste tele, l’impressionante somiglianza con quelle streghe che diventeranno
le protagoniste dei quadri del Rosa.
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