ARTE, LO SPIRITISTA ROMANTICO WILLIAM BLAKE - William
Blake
(1757-1827) fu un personaggio molto particolare, definito da molti pazzo e
visionario. I suoi quadri riproducono divinità, demoni e scene che diceva
essere appartenenti alla vita nell’aldilà, della quale aveva avuto
personalmente visioni. Aveva sostenuto per tutta la vita di essere
costantemente guidato da misteriosi messaggeri celesti. Raccontava che il primo
contatto avuto col mondo degli spiriti risaliva a quando aveva quattro anni,
occasione in cui disse di aver visto addirittura Dio; una seconda visione
arrivò dopo alcuni anni, quando vide anche un angelo luminoso. In occasione
della morte del fratello raccontò di averne visto l’anima staccarsi dal corpo e
battere le mani per la gioia. Non fece mai mistero di avere queste visioni che
si susseguirono per tutta la durata della vita. Fu anche poeta, ed aveva una
visione generale della religione decisamente diversa da quella generale: era
infatti convinto che l’idea del peccato era solo un modo per intrappolare gli
individui e legarne i desideri. Dunque, costringere gli uomini a sottostare ad
un rigido codice morale era contrario allo spirito stesso della vita, e tutto
ciò non era religione, la religione era ben altro. Nonostante fosse considerato
un personaggio decisamente bizzarro, le sue opere ebbero grande riscontro, sia
i quadri ma anche poesie intense e profonde.
Aveva manifestato sin da giovinetto uno
spiccato talento per l’arte, infatti aveva presto iniziato a frequentare lo
studio dell’incisore James Basire,
dove cominciò a realizzare delle incisioni rappresentanti rovine classiche. Nel
1778 si iscrive alla Royal Academy,
e due anni dopo espone anche un acquerello. Quando nel 1789 pubblicò i Canti dell’Innocenza, ne incise
all’acquaforte parole e illustrazioni, e non solo, eseguì anche più di cinquecento
decorazioni all’acquerello per Le Notti
di Young. Illustrò anche alcuni
episodi dei Racconti di Canterbury di
Chaucer. Nel 1818 il pittore John
Linnell gli chiese di illustrare il Libro
di Giobbe e la Divina Commedia:
Blake preparò un centinaio di disegni, molti dei quali rimasero però solo
abbozzati.
Da sempre è risultato difficile
inquadrarlo in un qualsiasi schema o appartenenza ad un movimento d’arte; la
sua fu un’arte complessa, frutto dell’incontro e dell’unione di diverse
componenti. Trovò infatti stimoli nell’antichità, nel Rinascimento, nel Manierismo,
ma anche nella lettura religiosa, filosofica e mistica. Molto attratto dal Neogotico, fu sensibile agli stimoli
del clima culturale dell’epoca, in cui si intrecciavano il mito classico
settecentesco ed i primi fermenti romantici. Le illustrazioni delle proprie
opere poetiche furono realizzate utilizzando tecniche di incisione e stampa
molto innovative; testo e illustrazioni, per Blake, erano intimamente fusi, e
dovevano essere parte di un unico progetto espressivo che lui studiava in modo
preciso e maniacale. Nacque così la tecnica dell’acquaforte a rilievo, un procedimento che implica la scrittura
del testo su lastra di rame con pennelli intinti in una sostanza bituminosa e
resistente all’acido. Questo metodo permetteva infatti di porre sulla stessa
lastra testo e immagini, proprio come gli antichi manoscritti miniati. La
lastra così trattata veniva posta in un bagno acido, il quale corrodeva il rame
non protetto, realizzando così una lastra adatta a stampe miniate. Questo
metodo fu anche chiamato incisione
inversa. Blake preferì battezzarlo stampa
miniata.
Per lungo tempo è stato considerato il
precursore del Romanticismo
pittorico inglese, ma recentemente si è delineata una diversa interpretazione
della sua produzione, che ha spinto non solo a rileggere la produzione poetica,
ma anche a vedere nelle sue incisioni aspetti simbolici ed allegorici che
rimandano all’influenza che ebbero su di lui le varie correnti esoteriche
occidentali.
“L’immaginazione non è uno stato
mentale: è l’essenza stessa dell’esistenza umana”. W.B.
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