ARTE, L'AMEUBLEMENT NELLA FRANCIA DI LUIGI XVIII - Fino a tutto il XVI secolo, per quanto concerne gli allestimenti degli ambienti interni dei palazzi o delle ville nobiliari, non esistevano né il principio né la prassi di una progettazione coordinata che comprendesse sia la decorazione che l’arredo abitativo. Oltretutto sappiamo che fino al periodo suddetto nelle case si trovavano comunemente pochi mobili: tavoli, sedie, letti, qualche mobile più prestigioso e le cassepanche.
Un primo momento di unità tra
architettura, scultura e arredo si ha nel secondo 500 con i grandi artigiani
tedeschi, scultori, intagliatori mobilieri, ma anche con i menuisers francesi,
che addossano alle pareti ricchissimi e complessi paramenti di legno ispirati
agli ordini architettonici del Manierismo, in cui si possono inserire armadi,
scrigni o testate di letti.
Un esempio di questa tecnica si può
ravvisare in Francia all’epoca della reggenza della regina madre Maria de’ Medici, quando Luigi XIII era ancora minorenne. Catherine de Vivonne, figlia di un
ambasciatore francese a Roma, nonché moglie del marchese di Rambouillet,
sovraintendente agli arredi delle dimore reali, diresse personalmente dal 1619
la sistemazione e l’arredo dell’Hôtel
de Rambouillet a Parigi. Era un
luogo che corrispondeva perfettamente a quel gusto transalpino di palazzo
rispettoso dell’intimità privata mediante la posizione delle camere: una lunga
sfilata che culminava nella camera da letto, da ricevimento e pranzo per gli
intimi; il tutto molto diverso dal fasto pubblico e poco funzionale dei saloni
all’italiana.
La Vivonne, era inoltre la protagonista
del primo salotto mondano - culturale parigino, che sotto il regno di Luigi XIII e Anna d’Austria divenne un fenomeno quasi vitale, e che impostò il
suo arredamento sull’unità cromatica di tutti gli ambienti, soprattutto grazie
ai paramenti delle stoffe, fino all’ambiente più significativo, la Chambre Bleue, la camera azzurra.
Nel linguaggio francese dell’epoca, il
termine ameublement indicava tutto
il complesso di stoffe da parato, cortine dei letti, tende e portiere,
rivestimenti di sedie e poltrone, tappeti da tavolo, che venivano poi cambiati
a seconda delle stagioni. La stessa regina madre Maria de’ Medici ordinò che
l’arredamento del Palais du Luxembourg,
all’epoca in costruzione, si ispirasse all’Hôtel de Rambouillet, poiché ne
adorava il modello.
Questo principio di unità tra
decorazione e arredo, fu apprezzato presto anche nell’Inghilterra di Carlo I e di Enrichetta Maria, sorella di Luigi XIII. Un esempio può essere la
camera da letto di stato della Ham House
sul Tamigi, oggi ricostruita in museo, che presenta un ambiente bianco e oro,
in cui entrano in gioco le stoffe, gli stucchi ed i mobili laccati. Il gusto
dell’ameublement Luigi XIII in stoffa era ormai tramontato, preferendolo, nel
periodo della reggenza di Anna d’Austria
e del Cardinale Mazzarino, ad
un’altra organizzazione dello spazio più magnificente, infatti sono di questo
periodo le grandi successioni di appartamenti e gallerie, ed i rivestimenti
dorati alle pareti intramezzati da stucchi, dipinti all’italiana e specchi alla
veneziana.
Uno dei maggiori esempi della nuova
tendenza è l’Hôtel de Lauzun a
Parigi, dove compaiono opere di pittori come Le Brun, i futuri protagonisti del grand goût di Luigi XIV, che imporrà il modello
regale francese in tutta Europa.
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