STORIA, E' SUCCESSO OGGI: 1946 UN'INVENZIONE COL BOTTO, IL BIKINI - Parigi, una sfilata di moda, tante
signore ansiose di vedere le nuove proposte di costumi da bagno dello stilista Louis Rèard, ormai l’estate è iniziata
e bisogna pur decidere cosa mettere in spiaggia. E poi compare lui, il nuovo
costume, il Bikini, due semplici
pezzi di stoffa che fanno la fortuna di Rèard e rivoluzionano il mondo della
moda ma anche la crescente emancipazione della donna.
Il nome, Bikini, deriva da un atollo delle Isole Marshall, un pezzetto di paradiso dove purtroppo in quegli
anni gli Stati Uniti conducevano test nucleari. Rèard pensò bene di legare
l’atollo ai due pezzi di stoffa nel nome: era convinto che il nuovo costume
avrebbe avuto effetti esplosivi. E aveva perfettamente ragione. C’è da dire che
questo tipo di modello non era una vera e propria innovazione, infatti, mesi
prima un altro stilista, Jacques Heim,
aveva introdotto sul mercato un costume chiamato Atome, considerato il più piccolo al mondo; se vogliamo quindi
essere onesti, Réard si era esclusivamente limitato a ridurne ancora di più le
dimensioni. Inoltre, ebbe anche qualche difficoltà a trovare una modella
disposta ad indossarlo sulla passerella; fu dunque costretto ad ingaggiare una
tale Micheline Bernardini, nota
spogliarellista del Casino de Paris.
Quanto pudore! Eppure, se si torna
indietro nei secoli, il Bikini era già ampiamente usato sia nell’antica Grecia
che a Roma, e non per fare il bagno e prendere la tintarella, il bagno
all’epoca si faceva nudi, ma semplicemente per l’atletica, la danza e nelle
scuole di ginnastica. Per i più scettici ci sono molti mosaici che ne
testimoniano l’utilizzo.
Negli Stati Uniti uno dei primissimi
Bikini venne indossato da una giovanissima Marilyn
Monroe, mentre in Europa fu celebre sulla spiaggia di Nizza, nel 1956,
quello di Brigitte Bardot. Erano
passati dieci anni dall’invenzione e si faceva fatica ad accettarlo per una
questione, ovviamente, di pubblico pudore. Le vendite però si impennarono nel
1958 grazie ad un film, E Dio Creò la Donna,
in cui compariva la già citata Brigitte Bardot con un Bikini, e nel 1960 grazie
ad una canzone, Itsy Bitsy Teenie Weenie Yellow Polka Dot Bikini,
che diede l’avvio ad una corsa all’acquisto del costume.
Una volta fatto il botto, il Bikini è
diventato un capo di vestiario, o meglio, "svestiario", presente nell’armadio
delle donne di tutto il mondo, a prescindere dalla taglia e dall’età. Di tutte
le forme e le dimensioni, ridotto, meno ridotto, con le coppe o il triangolo,
colorato, fantasia, tinta unita, con strass, perline e applicazioni, il Bikini
viene in vacanza con noi ogni anno e soddisfa le aspettative di tutti: noi
signore, infatti, prendiamo la tintarella in modo più omogeneo, anche in posti
che, con un costume intero resterebbero all’ombra, i maschietti invece
osservano qualche lembo di pelle in più, cosa che non guasta mai.
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