
In primo piano sulla destra è
rappresentato San Giovanni Battista che solleva la mano destra che regge una
ciotola, nell’atto di versarne il contenuto sulla testa di Cristo che, a mani
giunte, sembra pregare. Ai piedi di entrambe le figure c’è un fiume, il
Giordano. Sul lato opposto, leggermente arretrati, due angeli seduti assistono
al battesimo. Sulla testa di Cristo appare una colomba, chiaro simbolo dello
Spirito Santo; nel paesaggio circostante si vede una palma, che simboleggia
l’ascesa e la vittoria, e delle rocce con il cielo in fase di tramonto.
Se si osserva la figura dell’angelo di
Leonardo, salta subito all’occhio che possiede qualcosa che lo rende quasi
vivo. Si tratta del dinamismo. Leonardo sceglie una costruzione su diverse
direzioni di movimento, in modo da suggerire proprio il movimento di rotazione
della testa. In base a questo modello è impostato il modellato in toni d’ombra,
con i quali ricrea quel particolare effetto di morbidezza e di calore che
suscita l’impressione di guardare un essere vivente.

Già da questo esempio si ritrovano i
principali elementi stilistici che Leonardo svilupperà nella sua pittura e che
verranno indicati da lui stesso nel suo Trattato
della Pittura, che dice : “La pittura
è la composizione di luce e di
tenebre insieme mista colle diverse qualità di tutti i colori semplici e composti”; e anche: “Pon mente … sul fare della sera ai visi …
quanta grazia e dolcezza si vede in essi”.
Oppure, riguardo al discorso dei colori dice: “Nessun colore che rifletta nella superficie d’un altro corpo tinge essa superficie del suo
proprio colore, ma sarà misto con i concorsi degli altri colori riflessi che
risaltano nel medesimo luogo”.
Riguardo alla tecnica di esecuzione,
dagli esami radiografici è risultato che la testa dell’angelo è stata eseguita
a olio su di una preparazione a tempera. L’opera è preceduta da diversi studi
preparatori e da un disegno. Il paesaggio con la vallata dietro le figure è
realizzato a olio molto diluito, con velature trasparenti. È immerso in
un’atmosfera densa dove sembra che l’aria sia quasi carica di umidità, quindi
non trasparente. Anche questa soluzione racchiude quella tecnica fondamentale
che porterà ad un altro grande assunto leonardesco, quello della prospettiva aerea. Infatti il giovane
Leonardo, ancora in fase di formazione già comprende che “la distanza grande racchiude in se molt’aria” e che inoltre bisogna
“porre nelle … cose rimote dall’occhio
solamente le macchie, non terminate, ma di confusi termini”.
Il quadro è esposto agli Uffizi di Firenze.
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