giovedì 18 aprile 2013

Arte, l'età dell'equilibrio: dall'età Repubblicana all'età tardoantica


di Michela Gabrielli


ARTE, ETA DELL'EQUILIBRIO MUSEI CAPITOLINI ROMA - A Roma, fino a giugno, i Musei Capitolini ospitano "L'età dell'equilibrio: dall'età Repubblicana all'età tardoantica". Al principio della mostra sono raffigurate opere della vita pubblica di Marc’Aurelio volti a celebrare la sua virtù.. Segue poi una statua dell’imperatore Adriano in toga in posa per essere accolto a Roma . L’abbigliamento indica l’atteggiamento pacifico dell’imperatore in questione, sua caratteristica principale per la città e lo stato.  L’esecuzione dell’opera è improntata ad un classicismo convenzionale e di maniera. Ciò a cui si assiste ora è qualcosa di straordinario. Gli altri Busti che vi si prospettano sono gli stessi, con caratteristiche più o meno differenti, ma certo sempre molto simili tra loro, e sempre molto numerose:  in occasione dei lavori per la costruzione delle costruzioni pubbliche nei pressi di Porta Pia fu rinvenuto il Monumento marmoreo di Iscrizione del Sepolcro di Tacito e noi ne possiamo essere spettatori attoniti, per la sua essenziale bellezza. Segue un Busto di Traiano caratterizzato da un volto magro e una fronte bassa. Il ritratto rientra nel II tipo ritrattistico detto anche” di Parigi 1250 Mariemont”, conservato al Louvre.  Gli altri Busti che vi si prospettano sono gli stessi, con caratteristiche più o meno differenti, ma certo sempre molto simili tra loro, e sempre molto numerosi
Vi sono poi ritratti di epoca tardo antica e repubblicana di fama  nota o meno nota, con vene caratteristiche sull’arte dell’epoca. Vi è poi un ritratto di Adriano in cui il suo volto è molto scavato e la sua espressione è profonda, dove la capigliatura si distingue  per le ciocche della fronte ed anche la barba ha le stesse fattezze. È appartenente alla collezione Ludovisi.  Nei seguenti è anche con corazza. Andando avanti nel percorso, si trova un Sarcofago di bambino , riutilizzato in età tardo antica per la fanciulla Gerontia, con caratteri dell’età Adrianea, con lo sfondo liscio e con precisi elementi adrianei.  C’è poi un altro Sarcofago, il più antico in cui vi è raffigurata una Battaglia tra Amazzoni e Greci: 140-150 D.C.. Il più antico sarcofago, appunto, a noi giunto, porta protagonisti più o meno giovanili, con singoli duellanti giustapposti tra loro, le posizioni  assunte dai combattenti  sono “marmorizzate” da svariati punti di vista.  Segue un altro Sarcofago, delle scene di Battaglia tra Graeci e Galati: guerra realmente avvenuta nel II secolo D.C. Nell’età Antoniniana lo spazio si è sempre alzato sulla cassa, consentendo una compensazione di più piani. I Greci sono rappresentati nella parte superiore ed i Galati schiacciati dai cavalli nella inferiore.. , il tutto incorniciato da trofei.
È allora che incontriamo un Sarcofago di Battaglia tra Romani e Barbari. La partecipazione delle figure del sarcofago del regno di M. Antonio  (160 D. C. ), è sempre più ricche convulse le sue figure. In più si aggiunge la drammaticità degli eventi e dei protagonisti che è sempre più evidente.  Segue il Ritratto di Antinoo, l’unico interessante, tra i tanti visti alla mostra, che non sono degni , a modesto parere di attenzione , poiché poco caratterizzanti il volto, che qui è invece fortemente commovente. Qui la fluente chioma in una testa colossale riprende la celebre raffigurazione del dio Apollo, ed è intervallato da fiorellini; gli occhi e il corpo sono rappresentati secondo la tecnica acrolitica, ossia  testa e arti in marmo, il resto in altro materiale.  Segue il Ritratto di Antonino Pio con mantello militare, in cui il volto ha delle rughe solcate agli angoli degli occhi.   Ne seguono altri con varie caratteristiche più o meno simili, ma sempre somiglianti e rappresentanti lo stesso identico soggetto.
L’ultimo imperatore in questione sarà in un Calco in gesso di Marco Aurelio (L’imperatore Filosofo) (150-161 D.C.), dove il ritratto di distingue per i tratti giovani del volto, il viso gaio, il naso ingobbito, gli occhi sporgenti, e caratteristico perché indossante la Corazza, che le conferisce anche un segno di Guerriero e di forza. Se dovessimo dare un giudizio su tale Mostra potremmo sottendere che il tutto ci ha mostrato un’epoca in cui Roma governasse “di Pace”, e che anche laddove vi fosse stata la guerra, questa fosse intesa come una Dea, e fosse vista come tale, quasi da “rispettare, da “non obiettare”agli Imperatori, che riuscivano a far godere ai sudditi di una certa situazione di “beatitudine civile”. Il non ribellarsi, di cui si notano le caratteristiche nella Concettualità della Mostra, è, è vero, solo una sensazione, ma tanto restituisce la rappresentazione della Roma Repubblicana soprattutto che si evince da tutto il comparto culturale che è stato messo in impianto dal Comune di Roma in questo periodo. Se proprio si deve essere sinceri, dovremmo essere grati ad una Roma di quei tempi (150-160 D.C.) che ci ha lasciati una sorta di cultura e di società che ancora oggi ci insegnano qualcosa di molto importante.




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