STORIA, E' SUCCESSO OGGI: 1099 ASSEDIO DI GERUSALEMME - Le Crociate,
come è noto, furono diverse, ben otto sanguinose guerre combattute in nome
della religione, distribuite nell’arco di tre secoli: XI – XIII. Uno dei
momenti più noti di queste “guerre sante” fu l’assedio di Gerusalemme, che iniziò il 7 giugno del 1099 per
terminare più di un mese più tardi, il 15 luglio. Ma cosa aveva innescato la
scintilla? I fatti andarono storicamente in questo modo.
Giovanni
I,
imperatore di Bisanzio, tentava di avanzare in quei luoghi musulmani che
comunemente erano conosciuti dal mondo cristiano come Terra Santa; l’Europa ne era compiaciuta, poiché sperava che in
questo modo la zona sarebbe tornata ad essere cristiana. Purtroppo le cose non
andarono così, poiché Giovanni non riuscì ad entrare a Gerusalemme: l’islam
infatti si era affidato all’esercito turco. Passati diversi anni, dopo il
susseguirsi di diverse vicende in seno a Bisanzio, la corona passò ad Alessio I, il quale per opportunismo
decise di schierarsi dalla parte della cristianità piuttosto che di musulmani,
mettendo così fine a tutta quella serie di dissidi tra la chiesa orientale e
quella occidentale. Il furbo Alessio in questo modo cercò di fomentare il papa
affinché convincesse le sue pecorelle a partire alla volta di Gerusalemme per
strapparla dagli artigli dell’islam. Papa Urbano
II, nel novembre 1095, durante il concilio
di Clermont, lanciò dunque l’appello per la crociata. Le pecorelle, come
previsto da Alessio, abboccarono. I primi entusiasti furono una massa di
popolani al seguito di Pietro l’Eremita
(al secolo d’Amiens, attualmente beato), insieme a qualche cavaliere male in
arnese. Sono ricordati come La Crociata
dei Pezzenti, e si misero subito in cammino. Passando per l’Europa
dell’Est, tanto per tenere in caldo le armi, sterminarono gli ebrei del posto,
poi, giunti in Anatolia, furono trucidati dai Turchi.
Presto fu allestito un secondo esercito
meno scalcinato del primo, stranamente nessun regnante vi partecipò (Filippo I di Francia era scomunicato, Guglielmo II d’Inghilterra era in
disaccordo col papa …), ma la crociata partì lo stesso guidata da nobili
cavalieri volenterosi di acquistare fama e ricchezze con le armi: Goffredo di Buglione, Raimondo di Saint-Gilles, Boemondo e Tancredi di Taranto, Robert di Normandia … Ovviamente
entrarono subito in disaccordo con l’imperatore Alessio, il quale pretendeva
che combattessero secondo le sue direttive e non autonomamente; tuttavia si
riuscì comunque ad arrivare, sebbene faticosamente, ad un accordo, e l’esercito
partì. La cooperazione con i bizantini risultò fruttifera, infatti furono
vittoriosi sia in Anatolia, in Siria e ad Antiochia, e qui rimasero per circa
un anno poiché non c’era accordo tra i principi sulle prossime mosse. Alla
fine, Goffredo di Buglione, seguito da Tancredi di Taranto e Robert di
Normandia, partì alla volta di Gerusalemme, a piedi nudi e vestito da
pellegrino. I governi locali stranamente non opposero troppa resistenza
all’esercito che passava nelle loro zone, tanto che giunsero ad Arqa e l’assediarono, senza però
ottenere nulla, infatti fu negoziata la pace. Successivamente passarono per Beirut, Giaffa, Ramla, fino ad
arrivare a Betlemme, dove lo stesso
Tancredi di Taranto innalzò il suo stendardo sulla Basilica della Natività.
Il 7 giugno i crociati arrivarono
finalmente a Gerusalemme. Le cronache dicono che molti alla vista della città
urlarono. Ovviamente la misero sotto assedio, ma la mancanza di cibo ed acqua
nei dintorni, fece soffrire non poco gli europei, anche perché la città era più
che preparata ad un evento del genere. I principi si divisero il territorio, ma
da soli non avrebbero potuto conquistare la città, necessitavano aiuti, aiuti
che arrivarono il 17 giugno da parte dei Genovesi,
i quali non portarono solo rifornimenti ma anche macchine d’assedio e uomini.
Ma ben presto furono turbati dalla notizia che un esercito marciava dall’Egitto
in aiuto di Gerusalemme: la faccenda diventava più complicata del previsto.
Tuttavia la religione a quei tempi aveva sempre la soluzione ad ogni problema,
infatti, un prete al seguito dei crociati, tale Pietro Desiderio, dichiarò di aver avuto una visione divina in cui
il fantasma di Ademaro (uno dei
principi della crociata, morto di tifo l’anno prima), il quale gli aveva
ordinato di digiunare per tre giorni e marciare successivamente a piedi nudi,
in processione, attorno alle mura della città, le quali sarebbero cadute dopo
nove giorni, così come era accaduto nell’episodio biblico delle mura di Gerico. Nonostante gli stenti i
crociati digiunarono, marciarono e cantarono salmi sotto gli occhi divertiti
dei difensori delle mura. Intanto i genovesi avevano smantellato le navi con
cui erano giunti e ne avevano riutilizzato il legno per costruire delle
spettacolari torri d’assedio; queste furono spinte in prossimità delle mura
nottetempo. In questo modo l’assedio risultò semplice, ed una volta entrati in
città, iniziò una carneficina. La maggior parte degli abitanti di Gerusalemme
furono uccisi nei primi due giorni, indistintamente dalla religione
(ricordiamoci che a Gerusalemme all’epoca non vivevano solo musulmani ed ebrei
ma anche una discreta comunità cristiana). Alcuni musulmani tentarono di
rifugiarsi nella Moschea al-Aqsa, ma
stando alle cronache dell’epoca i crociati diedero l’edificio alle fiamme
cantando “Cristo, Ti Adoriamo”. L’unico che si comportò
umanamente fu Tancredi di Taranto, il quale offrì protezione ad alcuni
musulmani nel quartiere del Tempio,
zona che aveva reclamato per se stesso, purtroppo non riuscì ad impedire che i
suoi seguaci li trucidassero. Ad assedio terminato, le cronache raccontano di
enormi pire funerarie simili a piramidi erette con i corpi degli “infedeli”.
Gerusalemme rimase cristiana fino al
1187. L’assedio di Gerusalemme diventò leggendario, nel XII secolo divenne il
soggetto della Chanson de Jérusalem,
una delle maggiori chanson de geste
del Ciclo dei Crociati.
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