ARTE, FÜSSLI TRA MOSTRI ED INCUBI - Johann
Heinrich Füssli è un artista
svizzero, autodidatta, grande intellettuale, appassionato di arte, antichità,
teatro e letteratura. I suoi dipinti prediligono i soggetti fantastici tratte
dalle leggende, oppure gli eroi delle opere
shakespeariane, di Milton e Dante, ma anche caricature del suo
tempo. Le tematiche affrontate spaziano dalla follia all’inconscio, dal sogno
alla superstizione. Fate, elfi, folletti, nani, spettri, streghe, sono tutte
figure simboliche, il loro abbigliamento alla moda è un chiaro segno di critica
rivolta alla società del tempo.
Non bisogna dimenticare che intorno agli anni 80 del
700, sia nell’alta società che negli ambienti intellettuali prendeva piega una
certa tendenza all’esoterismo,
nonché alle pratiche occulte; Füssli, che disprezza queste manifestazioni
superstiziose, le rappresenta come degli specchi che riflettono l’immagine di
questi adepti, con i loro stessi vestiti, le loro acconciature, i loro gesti
affettati. Ma nei suoi dipinti non c’è solo satira, i suoi mostri spesso
rappresentano anche le forze oscure dell’animo umano, quelle che abitano nel
luogo più buio dell’uomo. Tutto questo anticipa il Surrealismo, ma anche le
tematiche dell’inconscio che verranno introdotte dalla psicanalisi nel 900.
L’opera che lo ha reso celebre, la più nota ed
inquietante, è senza dubbio l’Incubo.
La scena descritta è ambientata in una stanza da letto, buia e poco definita;
su di un letto giace una donna rovesciata in una posa innaturale, con
un’espressione di sofferenza sul viso. Sul suo stomaco c’è un mostriciattolo,
la personificazione di un incubo. In secondo piano, da una tenda aperta come un
sipario, si va avanti una cavalla portatrice di incubi (night=notte e
mare=cavallina). Il tutto è reso ancora più inquietante dal colore scuro, le
tinte contrastanti, la luce che colpisce esclusivamente la figura della donna,
lasciando al buio tutto il resto. Elementi di stile Neoclassico e Romantico si
fondono insieme, rendendo manifesto un certo conflitto che il pittore sfrutta a
suo vantaggio.
Guardare un quadro del genere è come compiere un
viaggio nelle regioni più remote del sogno e del mistero, e, una volta arrivati
a destinazione, incontrare quelle figure mostruose che incarnano le nostre
paure inconsce. Si può tranquillamente affermare che Füssli, insieme al
contemporaneo Goya, anticipa di un
secolo il cinema dell’orrore, che non di rado si è ispirato alle sue opere.
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