venerdì 26 aprile 2013

Arte, Füssli tra mostri ed incubi

di Claudia Pellegrini

ARTE, FÜSSLI TRA MOSTRI ED INCUBI - Johann Heinrich Füssli è un artista svizzero, autodidatta, grande intellettuale, appassionato di arte, antichità, teatro e letteratura. I suoi dipinti prediligono i soggetti fantastici tratte dalle leggende, oppure gli eroi delle opere shakespeariane, di Milton e Dante, ma anche caricature del suo tempo. Le tematiche affrontate spaziano dalla follia all’inconscio, dal sogno alla superstizione. Fate, elfi, folletti, nani, spettri, streghe, sono tutte figure simboliche, il loro abbigliamento alla moda è un chiaro segno di critica rivolta alla società del tempo. 
Non bisogna dimenticare che intorno agli anni 80 del 700, sia nell’alta società che negli ambienti intellettuali prendeva piega una certa tendenza all’esoterismo, nonché alle pratiche occulte; Füssli, che disprezza queste manifestazioni superstiziose, le rappresenta come degli specchi che riflettono l’immagine di questi adepti, con i loro stessi vestiti, le loro acconciature, i loro gesti affettati. Ma nei suoi dipinti non c’è solo satira, i suoi mostri spesso rappresentano anche le forze oscure dell’animo umano, quelle che abitano nel luogo più buio dell’uomo. Tutto questo anticipa il Surrealismo, ma anche le tematiche dell’inconscio che verranno introdotte dalla psicanalisi nel 900.
L’opera che lo ha reso celebre, la più nota ed inquietante, è senza dubbio l’Incubo. La scena descritta è ambientata in una stanza da letto, buia e poco definita; su di un letto giace una donna rovesciata in una posa innaturale, con un’espressione di sofferenza sul viso. Sul suo stomaco c’è un mostriciattolo, la personificazione di un incubo. In secondo piano, da una tenda aperta come un sipario, si va avanti una cavalla portatrice di incubi (night=notte e mare=cavallina). Il tutto è reso ancora più inquietante dal colore scuro, le tinte contrastanti, la luce che colpisce esclusivamente la figura della donna, lasciando al buio tutto il resto. Elementi di stile Neoclassico e Romantico si fondono insieme, rendendo manifesto un certo conflitto che il pittore sfrutta a suo vantaggio.
Guardare un quadro del genere è come compiere un viaggio nelle regioni più remote del sogno e del mistero, e, una volta arrivati a destinazione, incontrare quelle figure mostruose che incarnano le nostre paure inconsce. Si può tranquillamente affermare che Füssli, insieme al contemporaneo Goya, anticipa di un secolo il cinema dell’orrore, che non di rado si è ispirato alle sue opere.

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